giovedì 14 giugno 2007

La Voce Amica della Prateria

"Radio America" - L'ultimo film di Robert Altman uscito l'anno scorso. E' la storia (finta) dell'ultima messa in onda del programma radiofonico (vero) "La voce amica della prateria" in onda su Radio America << da quando Gesù frequentava la terza elementare >>. Mi ha entusiasmato come pochi film hanno fatto. Film un po' noir, dialoghi ricchi e conturbanti, sana musica country, una bravissima Maryl Streep, surreale la presenza di personaggi come "La Donna Pericolosa" e "Il Tagliatore di Teste". Guardatelo!

Qui sotto vi incollo la recensione di questo film fatta da Mattia Carzaniga su L'Unità:

In Italia si potrebbe soltanto fare un film ispirato ad "Alto gradimento", o forse - ma almeno tra venti o trent'anni - a "Viva Radio2", che ha riempito dopo decenni la poltrona lasciata vuota dei cult radiofonici. Per ora accontentiamoci dei soliti Usa, che, sterminati come sono, vedono ancora nella radio l'unico mezzo in grado di arrivare agli abitanti di ogni stato, di ogni cittadina, di ogni ranch. Robert Altman dirige in stato di grazia una bellissima sceneggiatura di Garrison Keillor, vero conduttore della popolare trasmissione radiofonica "A Prairie Home Companion", che letteralmente suona più o meno come «un domestico compagno della prateria»: proprio il caso in cui si dice che il titolo è tutto un programma.

"Radio America" è davvero una immersione totale nel più profondo Midwest, nella quotidianità disarmante della provincia, tra lodi al Mississippi e pubblicità del ketchup, mandriani un po' sboccati e vecchi folk-singer. È la semplicità di questa gente (o della Gente in generale?) a sconvolgere, insieme alla leggerezza con cui solo una firma come Altman sa raccontarla. Se "Kansas City" era una partitura jazz, Radio America è un ballata country lenta e avvolgente, dove c'è chi canta per dimenticare e chi muore dimenticato, chi aspetta altre occasioni e chi vive di ricordi: è la vita, baby!, e quando verrà il nostro turno ci sarà uno svanito angelo biondo a portarci via, dolcemente.

Dietro la malinconia per il tempo che passa e le cose che si perdono, si sente respirare la serena rassegnazione di un Grande Vecchio. Copione pieno di surreali preziosismi, colonna sonora da comprare subito, regia che è un flusso ininterrotto di musica e parole (con la supervisione dell'aiuto-regista di lusso Paul Thomas Anderson); e di cast così ce n'è uno su mille film. Una sola menzione per tutte le altre possibili a Meryl Streep, attrice inarrivabile e ora anche grande voce fatta di emozione e rotta dalla nostalgia.

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